Sappiamo che fare il Capo non è facile, inoltre ci possono essere stili molto diversi, anche in considerazione dell’ambiente in cui si è e della seniority, o meno, del proprio team.
Un senior professional, ad esempio, avrà bisogno di obiettivi, qualche check lungo la strada e un meeting di valutazione alla fine.
Invece è chiaro che un giovane lavoratore avrà bisogno di molti più input e feedback durante lo svolgimento del suo compito.
Ecco quindi (come sempre mi ispiro agli americani che sono così chiari e prescrittivi) quello che un giovane lavoratore potrebbe scrivere al proprio Capo per dirgli quale è il comportamento che vorrebbe da lui.
- Non esprimerti con troppi dubbi e considerazioni complicate. Dimmi chiaramente cosa devo fare e io farò il mio lavoro seguendo esattamente quello che tu mi hai detto (che naturalmente per me è la cosa giusta).
- Non parlarmi di quello che fanno i miei colleghi. Inizialmente potrebbe farmi stare bene sentire che alcuni colleghi non stanno facendo un gran lavoro perché questo implicitamente vuol dire che tu ti fidi di me e che io invece vado bene. Ma, subito dopo, mi chiedo: cosa racconterà il Boss di me agli altri? Preferisco non saperlo e preferisco non sapere niente degli altri che, oltretutto, mi mette in una posizione di grande imbarazzo nei loro confronti.
- Dicci qual è la “strategia aziendale” alla nostra portata. Sono molto belli i grandi meeting in cui ci raccontate la mission e la strategia Corporate, ma io vorrei sapere, in parole povere, come questa si riflette esattamente nei miei compiti.
- Non procrastinare le decisioni, perché questo ci mette in difficoltà. Quando ci prometti una decisione sul nostro lavoro per venerdì mattina e fino a giovedì sera non sappiamo niente, noi siamo in grande difficoltà e ci metti nella condizione di fare degli errori. Quindi potrai essere deluso del nostro lavoro.
- Ascolta più che parlare. Ci piace sentire i tuoi racconti su cosa sta succedendo in azienda e le nuove priorità, ma perché ogni tanto non fai delle domande anche a noi? “Tu che cosa ne pensi?” “Come potremmo fare questo lavoro?” “Hai delle domande?”. Se tu ci fai vedere che le nostre opinioni contano, ci sentiamo più motivati e capiamo meglio cosa dobbiamo fare.
- Non dimenticarti quello che mi hai detto l’ultima volta. Io ti avevo ascoltato, preso nota e da allora avevo lavorato secondo le tue direzioni. E’ molto frustrante, credimi, quando ti incontro dopo una settimana ed è come se la nostra ultima conversazione non ci fosse mai stata! Non so se hai cattiva memoria o cosa. Ma, credimi, è un atteggiamento molto improduttivo!
- Dimmi come sto andando, anche se il feedback non è sempre positivo. Fammi sapere con una buona frequenza quello che c’è di buono e anche di non buono, in ciò che faccio. Il miglior regalo che puoi farmi è aiutarmi a capire, a imparare e a migliorare. Per favore non arrivare alla fine del mio lavoro per dirmi che quello che ho fatto non va bene.
E questo ultimo punto merita un’attenzione particolare, perché è il famoso problema del feedback. Tutti i Capi devono far avere un feedback alle persone del loro Team, soprattutto quando il feedback non è positivo e serve per riaggiustare il tiro. Questo deve succedere anche ai livelli più alti.
E sappiamo tutti quanto il problema del feedback sia uno delle principali debolezze dei manager Italiani!