Come può l’individuo aprirsi a nuove possibilità, nella vita privata ma soprattutto nel contesto lavorativo? A questa domanda è possibile rispondere attraverso l’applicazione del cosidetto “Self Empowerment”, ovvero una metodologia atta a strutturare scientificamente il modo con cui l’individuo può assumere consapevolezza nella delicata fase del cambiamento e del pre-cambiamento.
Si parla di Empowerment Psicologico Individuale per descrivere:
– il Sentimento di protagonismo sulla propria vita;
– il Sentimento di uso ottimale delle proprie risorse individuali;
– il Sentimento della persona di avere “potere” all’interno di sè e di saperlo utilizzare nella gestione della propria vita;
– il Sentimento di poter esercitare controllo su ciò che influenza la propria vita.
E’ possibile individuare una serie di componenti psicologiche alla base dell’empowerment; tra queste, le quattro principali sono:
– investimento sul proprio “internal locus of control” : cioè sulla parte di sè che spinge a vedere e sottolineare la propria influenza su ciò che avviene o potrebbe avvenire;
– investimento sulla propria “self efficacy”, autoefficacia, ed in particolare su quella della persona che sottolinea la fiducia di saper reperire dentro di sè, tra le risorse realmente possedute , quelle che meglio servono rispetto alla sfida che si presenta;
– investimento sulla “speranzosità”, cioè sulla tendenza ad anche sperare che nell’ambiente possano emergere positività e non solo negatività rispetto a ciò su cui lampersona non ha effettivamente nessun controllo. In particolare, speranza verso gli “intervienti”, fattori e novità non prevedibili e pianificabili per il futuro ma probabilisticamente possibili;
– investimento sul proprio “pensiero positivo operativo”, che tende a sottolineare le risorse possedute utili a fronte di un problema/obbiettivo, vuoi come risorse interne a sè, vuoi come risorse esterne. L’inverso è quello dell’investimento psicologico sul pensiero negativo operativo, centrato sui vincoli e sulle risorse mancanti. L’aggettivo “operativo” sottolinea la differenza rispetto al più tradizionale concetto di “ottimismo/pessimismo”.
All’interno di questo contesto, è possibile individuare quattro fasi che guidano l’individuo a ottenere “il meglio da se”; queste sono:
– La fase della “mobilitazione desiderante”, nella quale viene espressa una forte energia desiderante da parte dell’individuo; è possibile costruire una nuova pensabilità positiva di sè preconfigurando la nuova possibilità come se fosse già acquisita e messa in atto;
– la fase del depotenziamento specifico di uno o più problemi soggettivi storici della persona, per evitare il blocco, spesso fin dall’inizio, del percorso verso l’apertura della nuova possibilità desiderata (“è vero, dovrei e vorrei, ma che ci posso fare se sono fatto così”);
– la fase del reperimento di nuove risorse all’interno e all’esterno di sè: nel secondo caso attraverso l’auto analisi di cambiamenti già avvenuti e non visti o sottovalutati; dentro di sè: con ricerca di sulle esperienze anteriori positive e con la ricerca nella interità della propria persona e vita;
– la fase della sperimentazione, che rappresenta il momento fondamentale per il passaggio all’azione. Può essere concreta o simbolica. La sperimetazione simbolica ha contenuti concreti apparentemente non rilevanti nè connessi alla tematica, ma in realtà analoghi per la dinamiche che la persona deve agire: in particolare l’analogia è con la dinamica dell’aggiramento dei propri problemi soggettivi (persino l’acquisto di unoggetto o di un capo di vestiario o una telefonata o una breve azione fisica possono costituire, per quella persona, una significativa sperimentazione simbolica).
Per maggiori approfondimenti si veda anche A. Carretta e F. Civelli, Competenze per Crescere, Franco Angeli, Milano
E’ meraviglioso sapere che esiste il Self Empowerement. Ci fa capire come la nostra vita dipenda molto da noi, da come ci poniamo, dalle domande che ci facciamo, dalle nostre riflessioni. Se vogliamo, possiamo cambiare molte cose della nostra vita.
Ciao!
Assolutamente d’accordo Angelo. Fra le varie tecniche che oggigiorno hanno una certa diffusione nella popolazione manageriale e non (prime fra tutte la PNL), questa è secondo me una delle più interessanti.