
Il rag Fantozzi è veramente esistito, si chiamava rag. Bianchi e lavorava in un sottoscala dell’azienda in cui lavorava Villaggio e a lui Villaggio si è ispirato. Ad essere precisi il personaggio esordisce nel 1968 nella trasmissione che segna l’esordio televisivo di Paolo Villaggio, Quelli della domenica, anche se veniva citato in terza persona nei monologhi dell’artista genovese.
Personaggio essenziale per noi che ci occupiamo delle dinamiche della vita d’ufficio per la sua efficacia travolgente che riesce a stigmatizzare le piccole tragedie quotidiane.
Villaggio: “all’inizio tutti dicevano, quella persona è uguale ad un mio zio, al mio vicino, al bidello di mio figlio. Nessuno diceva sono io”.
Perché Fantozzi piace anche ai giovani di adesso?
Villaggio: “Ha modificato il linguaggio del poveraccio. Non mi piacevano i film dialettali. Fantozzi parla in italiano e le situazioni lavorative sono ancora molto attuali. Ai ragazzi piace la sua forma di cialtroneria per evitare il lavoro”.
Che cosa prova Villaggio per il suo personaggio?
Villaggio: “Grande amore, sarò ricordato per Fantozzi e non certo per gli altri miei film che ho fatto con registi famosi. Penso che sarò ricordato come uno che ha modificato il linguaggio e rallegrato la vita dei poveretti.”
Chi non ricorda i personaggi dei film di Fantozzi: ragionier Filini, geometra Calboni, signorina Silvani?
Indimenticabili.