
E’ un film non solo di pregevole costruzione narrativa e dalla recitazione ineccepibile, ma è anche una lezione comportamentale, che premia il coraggio e la grande importanza che nella nostra vita (in particolare quella lavorativa) ricopre la nostra capacità di “muoverci”, di affrontare il problema, di confrontarci con gli altri. Da questo punto di vista il film ha un’importanza magistrale, molto più valido di mille discorsetti motivazionali fatti dagli allenatori delle squadre sportive. In questa sceneggiatura c’è una grande spinta psicologica a “farcela” nonostante le nostre debolezze e quella sottile atmosfera di ricatti che è sempre presente nel mondo del lavoro. Proprio sul tema del lavoro, a cui il nostro blog from9to9 è dedicato, questo film è un piccolo capolavoro, che – per fare un esempio tra teoria e pratica – esemplifica due dei quattro punti del post “I 4 errori che bloccano la nostra carriera”, il 2 “non chiedere mai niente” e il 4 “non espandere la propria comfort zone”. Anche se in questo caso la situazione al contorno è al limite.
Dal punto di vista della narrazione il film ci fa tenere il fiato sospeso come un thriller. Un thriller che però si svolge nello scenario della banalità più estrema della nostra vita di tutti i giorni, scandita da rumori di traffico, autobus, campi da gioco, urla di bambini, campanelli suonati alla porta di casa.
Anche questo espresso in modo magistrale: il tumulto dei sentimenti, la disperazione più profonda all’interno della protagonista, la morte dentro, quando invece il piccolo mondo intorno va avanti nella più totale indifferenza.
Solo una canzone rock improvvisamente fa ricordare che c’erano stati momenti felici.
Ovviamente da non perdere.
Ho visto il film e ho “ri-vissuto” alcuni momenti della mia vita lavorativa!
Ho ancora qualche sassolino nelle scarpe….
Anche se magari per situazioni molto differenti il feeling che brucia dentro credo che lo conosciamo in molti.