
Non sa delegare, continua a ficcare il naso nei progetti dei collaboratori, si attacca a piccoli dettagli, non si concentra sul quadro generale, è ossessionato dal fatto che sia stato trovato un errore, continua a ripetere “Se vuoi qualcosa di fatto bene devi fartelo da solo”?
É lui, é il classico micromanager!
I veri manager, infatti, sanno dare la vision dell’intero progetto e sanno che il loro compito è quello di fornire gli strumenti per raggiungere gli obiettivi. Al contrario i micromanager sono solo in grado di fornire i dettagli del progetto.
La maggior parte dei micromanager ha fondamentalmente un problema di insicurezza della propria performance. Sono intimiditi dai loro collaboratori e si sentono insicuri, e questo è il motivo fondamentale che impedisce loro di concedere fiducia e credibilità agli altri.
I veri manager, infatti, sanno dare la vision dell’intero progetto e sanno che il loro compito è quello di fornire gli strumenti per raggiungere gli obiettivi. Al contrario i micromanager sono solo in grado di fornire i dettagli del progetto.
La maggior parte dei micromanager ha fondamentalmente un problema di insicurezza della propria performance. Sono intimiditi dai loro collaboratori e si sentono insicuri, e questo è il motivo fondamentale che impedisce loro di concedere fiducia e credibilità agli altri.
Quali sono le 3 tipologie classiche dei micromanager?
1) Persone esageratamente coscienziose, molto precise, con una forte autodisciplina e una forte necessità di ottenere sempre un lavoro fatto molto bene. Un micromanager possiede tutte queste caratteristiche, e purtroppo le porta all’estremo.
2) Coloro che sono affetti dal cosiddetto “bullismo manageriale”. Questi manager bulli sono spesso in una posizione di potere e c’è sempre una persona che diventa il loro obiettivo da colpire. Chi? In genere si tratta di un collaboratore brillante, ben voluto dagli altri e di successo. In questo caso Il comportamento del manager bullo è mirato a colpire e umiliare il collaboratore più in gamba.
3) Persone ossessionate da ordine, regole e controllo. Un manager di questo tipo di solito si preoccupa in modo esagerato di dettagli, elenchi, regole, organizzazione, orari, e perde di vista il quadro generale.
1) Persone esageratamente coscienziose, molto precise, con una forte autodisciplina e una forte necessità di ottenere sempre un lavoro fatto molto bene. Un micromanager possiede tutte queste caratteristiche, e purtroppo le porta all’estremo.
2) Coloro che sono affetti dal cosiddetto “bullismo manageriale”. Questi manager bulli sono spesso in una posizione di potere e c’è sempre una persona che diventa il loro obiettivo da colpire. Chi? In genere si tratta di un collaboratore brillante, ben voluto dagli altri e di successo. In questo caso Il comportamento del manager bullo è mirato a colpire e umiliare il collaboratore più in gamba.
3) Persone ossessionate da ordine, regole e controllo. Un manager di questo tipo di solito si preoccupa in modo esagerato di dettagli, elenchi, regole, organizzazione, orari, e perde di vista il quadro generale.
Qualsiasi comportamento portato all’estremo è sempre un forte indicatore della presenza di uno squilibrio nella psiche di una persona.
Questi comportamenti derivano sempre da esperienze personali: ci può essere stato un rapporto problematico con i genitori oppure un evento della vita che in qualche modo li ha fatti sentire inferiori. In questi casi da adulti cercano una compensazione eccessiva di questi loro sentimenti e diventano dei perfezionisti. Questo fenomeno è noto come “identificazione con l’aggressore”.
Il bisogno di sentirsi superiori o la paura di abbandono possono essere fattori che spiegano perché certe persone sentono la necessità di esercitare un controllo esagerato sulla realtà intorno.
In sostanza un capo di questo tipo non è altro che una persona debole, che ha timore della propria performance. E’ così insicuro e pieno di ansia che l’unico modo per stare tranquillo è quello di esercitare un controllo totale su tutte le situazioni che lo circondano.
Quali sono i problemi derivanti da questo comportamento?
Prima di tutto i micromanager non riconoscono in se stessi questi aspetti e si considerano dei buoni manager che hanno un forte polso sulle loro persone.
Al contrario, questi loro errori rappresentano uno dei problemi principali per sé e per tutta l’organizzazione.
I dipendenti che riportano a loro sono quelli che stanno peggio e causano un effetto a catena devastante su tutta l’organizzazione: morale basso, basse prestazioni, insoddisfazione, e infine (se riescono) se ne vanno oppure diventano nemici dell’organizzazione e tendono a sabotarla il più possibile.

– provare a capire qual è la causa che provoca il loro comportamento, perché sono così.
– anticipare le loro esigenze, cercando potenziali problemi e correggerli. Anche se vi sembrano dettagli poco importanti per un micro manager sono tutti enormi tragedie. I micromanager sono molto prevedibili.
– tenete sempre un atteggiamento responsabile. Non fatevi prendere in castagna!
– ricordatevi di comunicare molto con loro, teneteli costantemente aggiornati perché hanno sempre bisogno di conoscere i dettagli. Questo diminuirà la loro ansia e metterà fine al loro bombardamento di messaggini e email.
– infine, se avete il coraggio, se lo potete fare (magari durante la discussione annuale dei vostri Obiettivi), date loro un feedback. Un feedback gentile naturalmente o questo avrà un effetto devastante sul vostro rapporto.
Conclusione:
Purtroppo i micromanager sono difficili da eliminare. Uno dei motivi principali è che spesso sono ammirati dai loro capi e sono ben connessi all’interno dell’organizzazione. Infatti spesso la cultura dell’organizzazione sarà portata a lodare questo tipo di comportamento, mettendo in luce il grande lavoro compiuto da queste persone. E questo determina una specie di buco nero in cui tutti vengono travolti. Quindi l’unica possibilità di azione è quello di rimuovere il micromanager. Le organizzazioni ormai sanno (o dovrebbero sapere) che la qualità e la soddisfazione dei dipendenti è alla base del loro successo e quindi è l’organizzazione che ha il dovere di riconoscere questi fenomeni e trattarli di conseguenza in un ragionevole lasso di tempo.
Insoddisfazione del personale, demotivazione, bassa (bassissima) produttività, turnover sono tutte conseguente della presenza di una microgestione e le organizzazioni devono accorgersene e agire di conseguenza, nel loro interesse.
Tutto vero. Ne ho conosciuti anche io di questi tipi. Almeno uno lo avuto come capo ed è stato uno dei motivi per cui ho deciso poi di andare via da quell’azienda.
I micromanager in genere purtroppo sono molto ben voluti dai loro capi perché sono degli yes man e perché per loro sono disposti a far tutto, anche i lavori sporchi.
Bel post Carla, come al solito intelligente, reale, utile e divertente.
Un abbraccio 🙂
grazie. Eh sì i micromanager fanno un male enorme alle aziende e le aziende non se ne accorgono perché a soffrire sono i dipendenti che spesso non possono far arrivare la loro voce e poi i micromanager sono i classici leccapiedi dei potenti. Un meccanismo perverso.
ieri mi è venuto un colpo al cuore leggendo…e’ un ritratto perfetto
ieri mi è venuto un coccolone leggendo, è un ritratto perfetto…
Eh già putroppo. In certe Aziende poi … pullulano.