Ieri si è tenuto al Teatro Carcano di Milano lo spettacolo WAITING TO GO, recitato da 13 persone detenute nel Carcere di Bollate. Ecco la testimonianza di uno spettatore.
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“E se vi abbiamo rubato un sorriso o un brivido, adesso entrambi ci appartengono.“
Francesco chiude la scena così. Lo spettacolo è finito.
La sala esplode in un applauso lungo, continuo, continuato.
La rabbia che accompagna quelle parole è una rabbia determinata, calma ma impetuosa. E’ qualcosa che ti tocca dentro, che trasmette.
Trasmette le emozioni, il disagio, le paure, le incognite di un futuro già scuro come la notte dentro il carcere, in attesa di un’alba che porti via i fantasmi della solitudine, con la luna bella ma lontana irraggiungibile che illumina ma non rassicura.
Trasmette la voglia e la determinazione di reagire, di non accettare una vita ad aspettare un qualcosa che probabilmente non arriverà ma di vivere il momento, l’istante, i piccoli centimetri da raggiungere, di cui è fatta la vita.
La sala esplode in un applauso lungo, continuo, continuato.
La rabbia che accompagna quelle parole è una rabbia determinata, calma ma impetuosa. E’ qualcosa che ti tocca dentro, che trasmette.
Trasmette le emozioni, il disagio, le paure, le incognite di un futuro già scuro come la notte dentro il carcere, in attesa di un’alba che porti via i fantasmi della solitudine, con la luna bella ma lontana irraggiungibile che illumina ma non rassicura.
Trasmette la voglia e la determinazione di reagire, di non accettare una vita ad aspettare un qualcosa che probabilmente non arriverà ma di vivere il momento, l’istante, i piccoli centimetri da raggiungere, di cui è fatta la vita.
Trasmette la preparaziome, la dedizione, la serietà, l’impegno che questi splendidi bravi ragazzi hanno messo nel preparare un evento unico e straordinario, guidati da mani sapienti che hanno saputo trasmettere la singolarità di ciascuno di essi, trasformandoli in attori di se stessi come mai un actor studio sarebbe riuscito a fare.
Milano città veloce a volte spietata a volte grandiosa si è fermata a respirare intensamente per trattenere gli effetti collaterali dell’emozione. In quel lungo applauso non ho visto commiserazione, non ho visto facile solidarietà. Ho visto tante singolarità che applaudivano sinceramente, toccate dentro come me.