Ultimo lavoro di Michael Mann (tanto per capirci, il regista di Manhunter – Frammenti di un omicidio, (prequel de Il Silenzio degli Innocenti), Heat – La Sfida, Insider – Dietro la verità e altri capolavori), passato quasi inosservato nelle sale come purtroppo i suoi ultimi lavori, BlackHat per me è invece un Signor Film.
Il plot è quello di un attacco hacker a gangli vitali e reali, come potrebbe tranquillamente succedere in qualsiasi momento nel mondo reale (e come spesso succede, senza che noi lo sappiamo), al fine di realizzare un disegno criminale. Stop, non farò spoiling perchè il film merita di essere visto.
E’ un film d’azione, è un film anche violento ma anche romantico, dove bit e byte si incrociano con pallottole e bombe, codice con sudore e sangue, dettagli tecnici molto spinti (c’è stata anche una immancabile polemicuccia su presunte rivelazioni di comandi a terminale “proibiti” (ma non siamo ridicoli, per favore) e visioni d’insieme eccezionali, sia dal punto di vista scenografico che di ispirazione. Non ve lo voglio far piacere, a molti di voi anzi non piacerà. La verità da spesso fastidio, e in questo film di verità della e nella realtà ce n’è moltissima: per gli aspetti tecnologici, economici, politici e soprattutto di rapporti umani.